Better knowing our territory’s limits, needs, resources and capacities”: con l’invito a migliorare la conoscenza di limiti, bisogni, risorse e capacità del nostro territorio si sono chiusi i lavori del meetingLocal Authorities Making Farmland Work for the Public Good”, organizzato lo scorso 23 marzo dal network europeo “Access to Land” del Progetto Horizon 2020 “Ruralization” e che ha visto la partecipazione di IFEL con l’esperienza della Banca delle terre comunali.

Le conclusioni sono state affidate alla Direzione Generale Agricoltura e alla Direzione Generale Ambiente della Commissione europea che hanno sollecitato le Autorità Locali a sostenere da protagoniste il raggiungimento degli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici e transizione verde tracciati dallo European Green Deal.

Le Strategie europee su Cambiamenti climatici, Cibo, Suolo e Biodiversità richiedono un approccio territoriale e il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici e per la transizione green ha bisogno di Autorità locali sempre più “ingaggianti” nei confronti dei Governi nazionali, poiché la conoscenza è detenuta a livello locale. Si pensi ai focus su qualità dell’aria e dell’acqua, inquinamento dei suoli, economia circolare e servizi ecosistemici, ma anche ai criteri di sostenibilità che le Autorità locali possono integrare negli appalti pubblici. Temi che non riguardano solo i suoli a vocazione agricola, ma tutti i tipi di suolo, sottolinea la DG Ambiente.

La conoscenza è ciò che consente al livello locale di sostenere innovazione, cambiamento e transizione, comprese le Città che a pieno titolo entrano nel dibattito sul miglioramento dei processi di valorizzazione delle terre pubbliche per frenare il depauperamento dei suoli, migliorare l’accesso alla terra, promuovere nuove politiche del cibo.

Per dare gambe alle Strategie, affermano le due rappresentanti delle Direzioni Generali della CE, non abbiamo ancora sufficiente conoscenza sui suoli e sui criteri di sostenibilità. Occorre ad esempio completare la mappatura dei suoli inquinati e migliorare l’analisi costi benefici alla base dell’identificazione dei criteri di sostenibilità; occorre assumere definizioni comuni di sostenibilità e garantire coerenza nelle politiche degli Stati membri. Lo stato dei suoli sta degradando sempre di più in tutta Europa, per questo sarà adottata nel corso dell’anno una nuova Direttiva comunitaria e si sta lavorando a una Legge europea sull’uso del suolo.

Un quadro che richiede assunzione di nuove responsabilità anche da parte delle Autorità locali e in generale dei proprietari di terre pubbliche, perché ridisegnino le loro politiche. È necessario che le Autorità Locali europee facciano pressioni sui rispettivi Governi centrali, candidandosi come protagoniste delle politiche per l’innovazione e le transizioni green. Una delle raccomandazioni della Commissione agli Stati membri è infatti la costituzione di “Consigli del Cibo” anche a livello nazionale, per l’integrazione di tutti gli obiettivi: miglioramento dell’accesso alla terra, formazione, accesso al cibo salutare e sostenibile. Bisogna passare da un approccio settoriale all’agricoltura (“focus only on farming”) a un approccio sull’intera filiera agro-alimentare che riguardi tutto il “Food System” pubblico, i cui attori hanno un ruolo centrale come dimostrato dall’esplosione della crisi sanitaria, ricorda la DG Agricoltura.

Come detto, il meeting ha visto la partecipazione di IFEL, su invito del Centro Studi di Sviluppo Rurale dell’Università della Calabria partner italiano del Progetto Ruralization, per la condivisione del programma “Banca delle terre comunali”, già progetto SIBaTer.

La Banca delle terre comunali ha suscitato grande interesse per l’innovazione e l’efficacia del metodo utilizzato e per la vasta rete di Partenariato economico-sociale ingaggiato nei processi di recupero e valorizzazione sostenibile delle terre pubbliche, condividendo con le altre esperienze presenti ai tavoli l’utilizzo “sociale” delle terre pubbliche e i criteri di sostenibilità ed accessibilità alle stesse.

Comune denominatore dei programmi e degli interventi rappresentati ai tavoli di lavoro, infatti, la domanda “Come potenziare l’uso strategico delle terre pubbliche?”, insieme ad altri fattori condivisi: la centralità della mappatura e della conoscenza per comprendere gli ostacoli all’accesso alle terre e individuare le strategie per superarli; il bisogno di sviluppare una visione delle terre pubbliche che produca benefici per tutti gli stakehoders, identificando il “valore sociale” della terra prima ancora del valore economico; l’esigenza di individuare i criteri per coinvolgere gli agricoltori in progetti di agricoltura sostenibile.

Presenti al meeting molte Città europee – Bruxelles, Copenaghen, Berlino, Lione, Grenoble, Gand, Charleroi -, come anche regioni, land e contee, agenzie pubbliche organizzate in associazioni fondiarie e grandi cooperative di agricoltori, stakeholders europei operanti nel sociale.

Tutti stanno avviando o hanno avviato programmi per la ricognizione delle terre (pubbliche e private) da mettere a sistema per realizzare politiche locali di protezione dei suoli e per combattere il loro depauperamento, il degrado ambientale e la povertà alimentare, attraverso attività agricole che sostengano la filiera agroalimentare corta, l’accesso al cibo salutare per tutti i cittadini, l’economia circolare e i servizi ecosistemici.

Una nuova sfida che vede un ruolo centrale delle Autorità locali fortemente sottolineato dalla DG Agricoltura e dalla DG Ambiente della Commissione europea, che riconoscono nelle terre pubbliche “un incredibile veicolo di cambiamento e innovazione”.

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