La Regione Toscana, pioniera nell’istituzione della Banca della Terra risalente alla LR 80 del 2012, la prima in Europa, con l’audizione- del direttore dell’Ente terre regionali toscane (gestore), ha delineato le prospettive per il futuro, anche alla luce del nuovo ciclo di programmazione dei fondi di coesione europei, sottolineando la strategicità dello strumento.

L’esperienza ormai decennale di Banca della Terra ha permesso di acquisire un patrimonio importante che deve essere opportunamente declinato nella gestione dei territori toscani e quindi anche nel turismo. Oggi la Banca della Terra toscana risulta essere un inventario, completo e aggiornato, dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata che possono essere messi a disposizione di terzi, tramite operazioni di affitto o di concessione. Fra questi terreni rientrano anche quelli resi temporaneamente disponibili perché censiti come incolti o abbandonati.

L’obiettivo dopo 10 anni dalla sua istituzione, è quello di far progredire lo strumento Banca della Terra, a partire da una campagna di comunicazione ad hoc e dall’accordo con Anci Toscana, sottoscritto a dicembre 2022, per monitorare i terreni non utilizzati dai Comuni. Accanto a tali terreni, ci sono sempre più di frequente, quelli privati, spesso parcellizzati e non coltivati a cui oggi si vuole allargare la Banca della Terra regionale.

L’audizione è dunque servita per capitalizzare la positiva esperienza di Banca della Terra Toscana, approfondendo inizialmente i termini dell’accordo sul monitoraggio con Anci; poi per riflettere su un efficiente strumento su cui investire; per individuare imprese agricole capaci di fornire reddito; per guardare ad una platea di non solo giovani ma più variegata; per pensare a progetti con visione futuristica; per valutare la possibilità di poter includere in alcune aziende agricole anche parcelle confinanti.


Fonte: inconsiglio.it