DOVE: Piemonte e Sardegna
FORMA GIURIDICA: Progetto di ricerca innovativa e applicata
AVVIO DELLE ATTIVITA’: 2020
PROPRIETA’ DEI BENI: Pubblica/privata
DESCRIZIONE
L’agricoltura di montagna è un’importante fonte di prodotti alimentari di qualità ed è fondamentale per l’economia dei territori, la gestione corretta del paesaggio e la tutela della biodiversità.
Per questi motivi tra l’altro, Ager – Agroalimentare e ricerca, ha deciso di sostenere questo settore con 500 mila euro destinati a tre progetti di ricerca con l’obiettivo di offrire soluzioni innovative nei settori dell’agricoltura e dell’allevamento: IALS, per la valorizzazione di produzione di formaggi e dei servizi ecosistemici forniti dagli allevamenti zootecnici; IPCC MOUPA per il contrato all’impatto negativo dei cambiamenti climatici sui pascoli; e iGRAL per il recupero dei pascoli abbandonati da destinare alla produzione di carne bovina di qualità.
In particolare, il Progetto iGRAL – Innovative beef cattle Grazing systems for the Restoration of Abandoned Lands in the Alpine and Mediterranean mountains- ha l’obiettivo di contribuire al recupero e alla valorizzazione di territori marginali ed abbandonati per scarsa redditività, ripristinando i prati permanenti, ormai incolti e invasi da arbusti e alberi. Le aree target della ricerca sono state quattro aree delle Alpi piemontesi e delle montagne della Sardegna, dove sono stati studiati innovativi sistemi di allevamento al pascolo di bovini da carne delle razze rustiche Highland e Sarda.
In particolare, la ricerca ha riguardato i territori dei Comuni di di Almese (TO), Sampeyre (CU), Riva Valdobbia (VC) e Macomer (NU), in quanto rappresentativi di situazioni ambientali ampiamente riscontrabili in Italia, ovvero:
- aree agro-pastorali della bassa montagna alpina (Almese, altitudine media 600 m s.l.m.);
- aree agro-silvo-pastorali delle montagne alpine di media altitudine (Sampeyre, 1.200 m s.l.m.);
- aree silvo-pastorali della fascia subalpina (Riva Valdobbia, 1.400-2.200 m s.l.m.);
- aree silvo-pastorali delle basse montagne del Mediterraneo (Macomer, 600-700 m s.l.m.).
I partner di progetto sono le Università degli Studi di Torino e di Sassari, il CNR e l’AGRIS Sardegna.
Nel 2021 i ricercatori hanno avviato le attività di studio e ricerca con i seguenti obiettivi:
- Conoscere le potenzialità offerte dalle razze Highland e Sarda per recuperare praterie permanenti invase da specie arboree e arbustive
- Valutare l’impatto di diversi sistemi di pascolo sulle comunità vegetali e sugli insetti bioindicatori (formiche), per tutelare la biodiversità degli habitat studiati
- Valutare la qualità nutrizionale e le caratteristiche nutraceutiche delle carni prodotte dalle razze Highland e Sarda, rispetto agli allevamenti intensivi tradizionali
- Conoscere il potenziale valore economico della carne bovina ottenuta al pascolo
- Favorire lo sviluppo di politiche agroambientali per le aree montane finalizzate a contenere lo spopolamento e tutelare i servizi ecosistemici che queste aree offrono
Con un approccio fortemente partecipativo iGRAL ha coinvolto nel progetto una serie di gruppi target: imprenditori agricoli, allevatori e loro associazioni; enti e istituzioni agricole e ambientaliste; decisori politici; Associazioni Fondiarie.
Per ogni territorio sono state realizzate e confrontate diverse modalità di pascolamento a basso costo e in piena armonia con l’ambiente, attuate con bovini delle razze Highland e Sarda, scelte per l’elevata rusticità e adattabilità all’alimentazione con foraggi molto poveri e specie legnose il cui apporto nutrizionale è di scarsa qualità.
Negli ultimi anni sulle Alpi è aumentato l’allevamento della razza bovina Highland, selezionata dall’uomo per adattarsi alle dure condizioni ambientali scozzesi, dove il clima è aspro e il foraggio è di bassa qualità. È una specie rustica, di gestione poco impegnativa e poco selettiva al pascolo. Date le potenzialità di questa razza nel pascolare in ambienti marginali e degradati dell’arco alpino, c’è un grande interesse a capire quali sono le sue abitudini alimentari.
La ricerca ha confermato l’adattabilità di questa razza ai contesti di abbandono e invasione arboreo-arbustiva, che necessitano di un’utilizzazione pastorale sostenibile per il loro recupero. In particolare, la gestione del pascolamento praticata dalle aziende che hanno ospitato le attività del progetto è stata confrontata con una gestione innovativa che prevede il posizionamento strategico di abbeveratoi e distributori di integratori minerali per attirare i bovini in zone normalmente non frequentate. Per comprendere gli effetti della gestione attiva sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici, sono state analizzate anche situazioni di completo abbandono e, quando possibile, situazioni in cui l’obiettivo di ripristino ambientale è già stato raggiunto.
Le sperimentazioni hanno permesso così di valutare se il pascolamento favorisce il recupero e il riutilizzo di terreni che altrimenti sarebbero inutilizzati per la presenza di alberi e arbusti.
Sono state inoltre indagate le caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche delle carni di bovini Highland e Sarda ottenute al pascolo, confrontandole con quelle di animali allevati in modo convenzionale e alimentati prevalentemente con cereali. E’ stato valutato l’interesse dei consumatori nei confronti di una carne che dovrebbe avere una qualità elevata e un profilo nutrizionale più favorevole per la salute rispetto a quella di bovini provenienti da allevamenti intensivi.
Infine, sono stati studiati i punti di forza e criticità delle associazioni di proprietari terrieri (“Associazioni fondiarie”) per combattere lo spopolamento e restituire le aree di studio all’agricoltura ed è stato quantificato il valore socio-culturale ed economico di sistemi zootecnici basati sul pascolamento.
PER APPROFONDIRE
Video Raiplay: L’Italia che fa “Progetto iGRAL – Università di Torino”: il futuro di valli e montagne