Da Glasgow una buona notizia sulle foreste e sull’uso del suolo: oltre 100 capi di Stato alla COP26 sul Clima hanno firmato la Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e l’uso del suolo.

La Dichiarazione si impegna ad arrestare e invertire la perdita di foreste e il degrado del territorio entro il 2030 e prevede di impiegare 12 miliardi di dollari di fondi pubblici per proteggere e ripristinare le foreste, insieme a 7,2 miliardi di dollari di investimenti privati.

L’impegno dei 100 Paesi è collegato anche all’obiettivo di invertire la perdita di biodiversità entro il 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvando il Leaders’ Pledge for Nature.

Oltre 100 paesi alla COP26, fra cui Brasile e Cina, si impegnano ad arrestare e invertire la perdita di foreste e il degrado del territorio entro il 2030, promuovendo uno sviluppo sostenibile e una trasformazione rurale inclusiva.

L’attuazione della dichiarazione dovrà includere politiche più forti, sia nei paesi importatori che in quelli produttori, più finanziamenti per la conservazione delle foreste e la partecipazione attiva delle popolazioni indigene e delle comunità locali (IPLC) nel processo decisionale e politico.

I governi dovrebbero intensificare gli sforzi per migliorare la governance della terra e delle foreste aumentando la partecipazione, la responsabilità e la trasparenza e affrontando la corruzione.

Affinché questo sia possibile servono sostegno attivo alla partecipazione delle popolazioni indigene nei processi nazionali e internazionali rilevanti per i piani nazionali sul clima, e una formazione specifica per le popolazioni indigene per dotarle di strumenti per promuovere la trasparenza e il dialogo tra le comunità e il governo.

Le strutture di governance dovrebbero essere progettate con meccanismi di inclusione per assicurare che le IPLC (Indigenous Peoples and Local Communities), in particolare le donne e i giovani, siano coinvolte.

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