L’occupazione al Sud è al 48% contro il 67% del Centro e il 71,5% del Nord.

Per tasso di occupazione primeggiano le province del Nord Est. Anche le effettive giornate retribuite sono maggiori al Settentrione e al Centro. I giovani che non lavorano né studiano al Sud sono il doppio del Nord.

Il tasso di occupazione per le persone di 20-64 anni al Sud si attesta sul 48%, al Centro supera il 67% e al Nord arriva al 71,5%. A livello nazionale, l’occupazione è diminuita di un punto percentuale nel 2020, registrando il calo maggiore al Settentrione, in quanto zona più colpita dalla prima ondata della pandemia. Nonostante ciò, lo svantaggio del Mezzogiorno resta elevato, rivela l’ultima nota Istat sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori.

Cali ingenti di occupazione si registrano in alcune province meridionali, tra le quali Sassari che segna il record negativo nazionale, perdendo oltre 6 punti percentuali nel 2020 (53,6% di occupati tra i 20 e i 64 anni). Ma anche in alcune province settentrionali, tra cui Cremona con il suo -4,5%.

Le prime quattro province per tasso di occupazione, registra l’Istat, sono tutte nel Nord-Est: primeggia Bolzano con il 77%, segue Bologna con il 76%, poi, quasi pari merito, Forlì-Cesena e Trieste al 75%. Mentre le più penalizzate si trovano al Sud: Crotone con il 35,6% di occupati, Vibo Valentia con il 40%, Caltanissetta e Napoli con il 41%.

Tra il 2010 e il 2020 il tasso di occupazione è aumentato nella maggioranza delle province, ma è anche cresciuto parallelamente il gap tra i territori.

Quanto all’occupazione maschile, la distanza tra la provincia con il tasso di più alto e quella con il più basso è diventata di oltre 36 punti percentuali. Quando alle donne, il divario territoriale è arrivato nel 2020 a circa 48,5 punti.

Anche le effettive giornate retribuite ai lavoratori dipendenti, rispetto al massimo teorico nell’anno, registrano differenze nette tra le aree del Paese. Il capofila è Lecco con l’86%, mentre Vibo Valentia chiude con il 59%. Comunque, nessuna provincia o città metropolitana del Mezzogiorno raggiunge la soglia delle 80 giornate su 100 e nessuna provincia del Nord-Ovest scende sotto le 70 giornate su 100, il valore minimo toccato ad Aosta. I minimi del Nord-Est e del Centro sono invece rappresentati da Rimini (66%) e da Grosseto (69%).

Da non sottovalutare è anche il dato sui giovani che né lavorano né studiano, i cosiddetti Neet. Al Sud sono uno su tre, valore che doppia i dati del Nord.

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