La smart agriculture, o agricoltura di precisione è un mercato che cresce a ritmi molto elevati e che si stima raggiungerà i 22 miliardi di dollari nel 2025 dai 13,8 di oggi.

Tramite droni agricoli, sensori IoT, trattori a guida autonoma e attraverso l’introduzione dell’idroponica e del vertical farming si transiterà verso l’agricoltura digitale e di precisione razionalizzando le pratiche agricole, migliorando l’efficienza e riducendo lo spreco di risorse, l’impatto ambientale e i costi.

Il drone agricolo già oggi muove un giro d’affari pari a 12 miliardi di dollari e in futuro diventerà sempre più accessibile e dotato di tecnologia più avanzata: sensori termici, software di analisi dei big data, image analytics e altro ancora. I droni si alzano in volo e sorvolano decine di ettari di campi coltivati, conoscono il territorio grazie alle mappe digitali, si orientano tramite GPS e sono in grado di comunicare l’uno con l’altro per organizzare al meglio il lavoro. Riescono in tal modo a controllare lo stato di salute delle colture, scattando fotografie e girando video in alta definizione. I droni agricoli, inoltre, spruzzano i pesticidi solo nelle aree in cui ce n’è effettivamente bisogno. Individuano i focolai in cui si annidano gli insetti più pericolosi e possono identificare le parti di terreno poco (o troppo) irrigate.

Uno studio del Parlamento europeo ha stimato che l’utilizzo di droni e sensori connessi alla rete (Internet of Things), nel settore agricolo, può ridurre fino all’85% l’impiego di pesticidi grazie alle analisi dei dati fornite dai sensori, che consentiranno agli agricoltori di conoscere con largo anticipo i problemi legati a malattie e parassiti.

I nuovi trattori a guida autonoma raccolgono anche essi informazioni che poi vengono gestiti in autonomia per le operazioni necessarie ad ottenere una migliore produttività.

Infine, il vertical farming consente di ridurre la superficie di suolo utilizzato, di evitare l’impoverimento del terreno e la perdita di minerali. Più in particolare, il vertical farming si avvale di un tipo di coltura detta idroponica. Le piante vengono coltivate in una soluzione di acqua e minerali, diminuendo fino al 90% i consumi di risorse idriche, rispetto all’agricoltura tradizionale, e aumentando la produttività fino al 20%. Inoltre, permette di coltivare durante l’intero anno, senza pesticidi né fertilizzanti. Le vertical farm si possono realizzare ovunque: all’interno di edifici, in zone urbane e agricole. Per realizzarne una, i costi indicativi sono di circa 1.200 euro al metro quadro. L’irrigazione avviene con sistemi automatizzati, mentre per l’illuminazione ci si affida alla luce naturale o a quella artificiale.

All’interno delle serre idroponiche si trova spesso il braccio robotico per la coltivazione di verdura, che permette di rilevare gli attacchi parassitari e le malattie prima che si diffondano.

Tutti questi cambiamenti tecnologici non solo permetteranno di produrre alimenti di qualità superiore, ma anche di aumentare la resa dei raccolti fino al 20% e, contemporaneamente, ridurre sprechi, consumi e inquinamento.

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