L’azione del PNRR Piano nazionale di ripresa e resilienza, denominata “Turismo e cultura” all’interno della missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” che contiene la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale con uno stanziamento di 600 milioni di euro, per interventi di restauro e riqualificazione dell’edilizia rurale e storica, costituisce un significativo stimolo al ritorno degli italiani alla vita nei borghi.

Con il rilancio di piccoli borghi abbandonati si inizia a programmare l’Italia del post Covid, si salva l’immenso patrimonio edilizio rurale composto in Italia da malghe, cascine, fattorie masserie e stalle a rischio idrogeologico e si creano i presupposti per il rilancio dei piccoli comuni.

Si tratta di una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile.

La misura ha quindi un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico perché aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città.

In Italia i centri sotto i 5mila abitanti sono 5.498, quasi il 70% del totale, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentando il 54% dell’intera superficie italiana, hanno anche ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai pascoli ai terrazzamenti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico.

In questa ottica è assolutamente necessario superare il digital divide e promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne, offrendo la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente.

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