Nino Crupi è uno di quei giovani che crede nelle risorse inesauribili della terra, che persevera nel progettare come realizzare il proprio sogno, che dal 2005 scommette su se stesso, riprendendo quell’azienda di famiglia che si trasforma in un’attività multifunzionale sotto il segno dell’agricoltura in quella località messinese detta “Soprano”, arroccata sopra le frazioni Santa Margherita e Santo Stefano Medio.

Nell’azienda si coltivano piante ortive, grani duri antichi siciliani – tra cui maiorca, timilia e mongibello – agrumi e gelso, ceci e lenticchie, castagne e noci, oliveto e vigneto.

L’azienda “Terra di Santo Stefano” è agri-culturale, perché fare agricoltura nel millennio 2.0 significa garantire genuinità e divulgare la cultura di un’agricoltura sostenibile, integrando la tradizione con l’innovazione nel rispetto della stagionalità: questi sono i concetti caratterizzanti anche l’attività didattica svolta in azienda per scolaresche di piccoli e grandi.

Dopo 50 anni di abbandono rinascono grazie a lui i terrazzi storici su cui viene coltivato il grano. I terrazzamenti veri e propri esempi di ingegneria e arte furono costruiti dal nonno di Crupi, un lavoro grazie al quale si rendevano fruibili anche i terreni con pendenze significative e che oggi ridisegnano il paesaggio messinese.

L’intero ciclo produttivo avviene a mano, dalla semina alla raccolta, e tutto diventa anche un momento didattico per far conoscere le tradizioni del luogo grazie ad un canale YouTube creato dall’agricoltore per diffondere i segreti del suo mestiere nell’attesa che i bambini tornino in azienda.

Crupi ha ripreso anche l’antico mulino di una sua zia, unica mugnaia del luogo che dopo vari secoli di funzionamento era fermo dagli anni 60, un altro investimento per far rinascere un luogo simbolo della zona.

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Foto: pagina Facebook Terra di Santo Stefano