È stato presentato a Messina il Manifesto per la “Costituzione di una rete permanente per i beni comuni, la conversione ecologica e le generazioni future”, al termine della 1ª Assemblea nazionale per il lancio di una Rete nazionale permanente dei beni comuni (4 e 5 ottobre scorso).

I beni comuni (capitale naturale, patrimonio culturale e paesaggistico, infrastrutture essenziali, capitale umano e conoscenza welfare, qualità della vita nelle città, giustizia e la tutela della privacy), come si legge nel documento programmatico sono “utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali e dei doveri di solidarietà sociale, nonché al libero sviluppo di ogni persona”: l’ambizione è quella di costruire una rete permanente che si occupi a livello nazionale di valorizzarli e tutelarli sia dalla depauperazione di una amministrazione pubblica sempre più in ristrettezze economiche e in crisi di progettazione, sia dalla speculazione privata.

Nuove forme economiche e un nuovo sistema sociale dove, al di là della storica dicotomia pubblico/privato, la responsabilità delle comunità ritorni al centro della vita dei territori e che sia in grado di attrarre competenze e risorse finanziarie dal pubblico, dal privato e dalla collettività.

Firmatari del Manifesto sono:  Alleanza della Generatività, AlterLab, Associazione CommOn, Asvis, Comitato Rodotà, Confcooperative-Federsolidarietà, Favara Cultural Park, Fondazione Finanza etica, Fondazione Horcynus Orca, Fondazione Riusiamo l’Italia, Forum delle associazioni familiari, Forum del Terzo Settore, L’incontro, L’Italia che cambia, On! Impresa sociale, Vita, R&P Legal, Slow Food Italia, Social Innovators Community e Fondazione Symbola.

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