Il progetto MATILDE intende esaminare l’impatto delle migrazioni sullo sviluppo locale e sulla coesione territoriale nelle regioni rurali e montane europee, per migliorare questi processi e supportare l’integrazione e le ricadute locali positive che derivano dai fenomeni migratori.
Una ricerca messa in campo in 10 Paesi europei (Italia, Spagna, Scozia, Svizzera, Austria, Germania, Norvegia, Svezia, Finlandia, Bulgaria) e in Turchia e condotta su 13 casi studio locali. L’obiettivo è la sperimentazione e l’elaborazione di criteri e metodi di valutazione dell’impatto socio-economico dei cittadini di Paesi terzi nelle zone rurali e montane, partendo dall’ipotesi che l’immigrazione straniera possa agire come fattore di sviluppo socio-economico nel medio- lungo periodo, soprattutto nelle aree remote dove l’immigrazione controbilancia processi come lo spopolamento e il declino economico.
I processi di integrazione se debitamente governati possono innescare la rivitalizzazione degli spazi abbandonati, generando nuova domanda e stimoli per la fornitura di servizi di interesse generali, con effetti sulle relazioni tra contesti urbani e rurali/montani.
Costruendo conoscenza “con e per gli attori locali”, Matilde realizzerà la sinergia necessaria tra istituti di ricerca e partner locali, partendo dalle caratteristiche specifiche dei territori coinvolti. Diversi saranno dunque i modelli di intervento, di governance della migrazione e di welfare che verranno elaborati a partire dai cambiamenti generati dall’arrivo e dalla presenza di “cittadini di paesi terzi”, categoria che comprende tutti i soggetti di origine extra-europea destinatari delle politiche di integrazione (migranti economici e familiari, studenti e ricercatori, migranti altamente qualificati, richiedenti asilo, rifugiati e gruppi vulnerabili).
Per approfondire leggi l’articolo pubblicato su “Riabitare l’Italia“.