Da questo articolo del Quotidiano del Sud dal titolo evocativo “Patrimoni sconosciuti del Sud” l’incoraggiamento ai Comuni del Mezzogiorno  a realizzare il censimento dei beni pubblici, punto di partenza necessario per immaginare percorsi di tutela e valorizzazione dei territori, per dare risposte concrete alla comunità e opportunità di lavoro ai giovani del Sud.

Non si tratta solo della ricognizione di fondi e beni comunali, ma anche dei beni  demaniali, di quelli soggetti ad  usi civici e delle terre private abbandonate; e non solo ai fini propriamente agricoli, ma anche per individuare altri utilizzi possibili dei siti poco vocati all’agricoltura o ad altro uso produttivo. Un’operazione che dovrebbe riguardare i tanti paesi, borghi, cittadine in vie di spopolamento per avere un quadro anche del patrimonio abitativo in abbandono, dei beni artistici e monumentali e del loro stato di conservazione, delle tante eredità di conventi, palazzi padronali, fontane, cisterne, canali, ponti, briglie idrauliche E infine i comuni avrebbero bisogno di conoscere lo stato dei loro suoli e corsi d’acqua per potere intervenire con piani preventivi di contenimento. “È con le piccole opere diffuse e capillari che si evitano i grandi disastri”.

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